Per “Atelier” (77/2015), ho tradotto e curato alcune poesie dall’ultimo libro di Jan Wagner, Variazioni sul barile dell’acqua piovana (Regentonnenvariationen, Müchen: Hanser 2014), già vincitore – prima opera di poesia a riuscire nell’intento – del Premio della Fiera del Libro di Lipsia.
“Jan Wagner è uno dei quei rari poeti in grado di coniugare un’immaginazione inquieta e sorprendente a una finissima orchestrazione del verso. Le sue poesie […] si pongono di traverso rispetto alla tradizione, recuperando antiche forme metriche e complesse figure rimiche per riadattarle all’indole cosmopolita e ibrida dell’umanesimo contemporaneo. Wagner è un poeta in grado di rispondere alle sfide imposte dall’odierna “liquid modernity” (Zygmunt Bauman) con il tratto elegante e sagace di un madrigale, senza mai sgonfiarsi in ludiche astrusità postmoderne. Tradurre Wagner è per questo complesso: come rendere il suo virtuosismo formale, senza tradire, ridicolizzandolo, l’umanesimo profondo che anima le sue poesie? […]” (Dalla mia introduzione in: Atelier 77/2015, p. 68).
Un’anteprima online delle traduzioni la trovate qui.
“Jan Wagner è uno dei quei rari poeti in grado di coniugare un’immaginazione inquieta e sorprendente a una finissima orchestrazione del verso. Le sue poesie […] si pongono di traverso rispetto alla tradizione, recuperando antiche forme metriche e complesse figure rimiche per riadattarle all’indole cosmopolita e ibrida dell’umanesimo contemporaneo. Wagner è un poeta in grado di rispondere alle sfide imposte dall’odierna “liquid modernity” (Zygmunt Bauman) con il tratto elegante e sagace di un madrigale, senza mai sgonfiarsi in ludiche astrusità postmoderne. Tradurre Wagner è per questo complesso: come rendere il suo virtuosismo formale, senza tradire, ridicolizzandolo, l’umanesimo profondo che anima le sue poesie? […]” (Dalla mia introduzione in: Atelier 77/2015, p. 68).
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