Uno dei menù che sogno fin da bambino è quello offerto dal Capitano Nemo ai suoi nuovi ospiti (/prigionieri) a bordo del Nautilus. Sono tornato su quel curioso passo culinario di Vingt mille lieues sous les mers (1869-1870) proprio in questi giorni, per via di un saggio cui sto lavorando, e voglio proporlo oggi nella mia versione italiana.
Il professor Aronnax, ancora tutto eccitato per le meraviglie intraviste nel Nautilus, viene condotto dal suo misterioso ospite e custode, il Capitano Nemo, nella sala da pranzo. Poiché Nemo gli aveva rivelato come tutto, nel Nautilus, provenga dal mare, Aronnax non capisce come anche solo una particella di carne possa dunque figurare nel menù propostogli dallo chef submarino. Sebbene ancora un po’ intimorito da Nemo, Aronnax non si trattiene – per nostra fortuna – dal chiedergli quale origine abbiano le vivande offertegli. Nemo gli risponde così:
"[…] Ciò che credete essere carne, caro Professore, altro non è che un filetto di tartaruga marina; ecco qui del fegato di delfino che potreste ugualmente prendere per un ragù di maiale. Il mio cuoco è un abile préparateur, che eccelle nella conservazione degli svariati prodotti dell’Oceano. Assaggiate pure tutte queste portate. Ecco una conserva di oloturie che un malese dichiarerebbe senza rivali al mondo; ecco una crema il cui latte proviene dalle mammelle dei cetacei e lo zucchero dalle grandi piantagioni d’alghe nel Mare del Nord; e, infine, permettetemi d’offrirvi della confettura d’anemoni che nulla ha da invidiare a quelle prodotte coi frutti più saporiti."
Il professor Aronnax, ancora tutto eccitato per le meraviglie intraviste nel Nautilus, viene condotto dal suo misterioso ospite e custode, il Capitano Nemo, nella sala da pranzo. Poiché Nemo gli aveva rivelato come tutto, nel Nautilus, provenga dal mare, Aronnax non capisce come anche solo una particella di carne possa dunque figurare nel menù propostogli dallo chef submarino. Sebbene ancora un po’ intimorito da Nemo, Aronnax non si trattiene – per nostra fortuna – dal chiedergli quale origine abbiano le vivande offertegli. Nemo gli risponde così:
"[…] Ciò che credete essere carne, caro Professore, altro non è che un filetto di tartaruga marina; ecco qui del fegato di delfino che potreste ugualmente prendere per un ragù di maiale. Il mio cuoco è un abile préparateur, che eccelle nella conservazione degli svariati prodotti dell’Oceano. Assaggiate pure tutte queste portate. Ecco una conserva di oloturie che un malese dichiarerebbe senza rivali al mondo; ecco una crema il cui latte proviene dalle mammelle dei cetacei e lo zucchero dalle grandi piantagioni d’alghe nel Mare del Nord; e, infine, permettetemi d’offrirvi della confettura d’anemoni che nulla ha da invidiare a quelle prodotte coi frutti più saporiti."